Bach. Prima, dopo.

SABATO 21 OTTOBRE ore 21,15 SANTUARIO di S. PANCRAZIO

Bach. Prima, dopo.

Paolo Maria Guardiani, organo

Paolo Maria Guardiani

Chiuderà Suoni d’Organo 2017, sempre al Santuario di San Pancrazio, un recital dell’organista Paolo Maria Guardiani di Torino che eseguirà brani appartenenti ad epoche e stili differenti tutti incentrati sulla srtaordinaria importanza di Johann Sebastian Bach nella storia della musica organistica.

 

Nel concerto si confronteranno procedimenti diversi di rielaborazione di una stessa linea melodica per i corali luterani Nunn komm, der Heiden Heiland e Komm, heiliger Geist, Herre Gott, che verranno eseguiti prima nella versione di Dietrich Buxtehude e in seguito in quella di Johann Sebastian Bach.

Molto interessante sarà l’ascolto del preludio in mi minore (il grande) di Nicolaus Bruhns, che è stato uno dei precursori bachiani più interessanti, soprattutto per il cosiddetto Stilus Fantasticus (lo Stile fantastico dei compositori della Germania del Nord che ha influenzato moltissimo le opere giovanili di Bach).

Il programma prevede anche il preludio in re minore di Mendelssohn, artefice della Bach-Renaissance e due brani tratti dall’opera “Il Verbo” di Giuseppe Guardiani, il padre dell’organista.

Il concerto terminerà con l’Ave Maria di Max Reger, un brano molto meditativo e con il celebre Carillon de Westminster di Vierne, che permetterà al pubblico di gustare le notevoli qualità timbriche dell’organo di San Pancrazio.

 

PROGRAMMA

Dietrich Buxtehude (1637-1707): Nunn komm, der Heiden Heiland

Nicolaus Bruhns (1665-1697): Preludio in mi minore

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Nunn Komm, der Heiden Heiland BWV 659

Dietrich Buxtehude (1637-1707): Komm, heiliger Geist, Herre Gott

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Komm, heiliger Geist, Herre Gott BWV 667

Giuseppe Guardiani (1933-2015): Betlemme e Resurrexit da ” Il Verbo ”

Max Reger : Ave Maria op. 80

Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847): Preludio e Fuga in re minore

Louis Vierne (1870-1937): Carillon de Westminster

 

Theatrum Instrumentorum

Theatrum Instrumentorum

Il teatro degli strumenti al tempo di Bach

 

In tutta Europa nel  XVIII sec. l’Opera fu di gran lunga  l’intrattenimento più popolare e di successo.  Teatri pubblici e privati attrassero il lavoro dei migliori cantanti e scenografi. Il successo di un Opera garantiva al compositore fama ed una posizione di  eccellenza nei circoli musicali. Fu questo  il caso di Haendel a Londra, Scarlatti a Napoli e Madrid e di Hasse in Germania: tutti  costoro  godettero di gran fama presso il pubblico e  le loro musiche pubblicate divennero molto popolari. Le Arie più  amate dalle Opere più famose furono spesso disponibili in ogni tipo di edizione e trascrizione, per professionisti  ed amatori,  in modo da poter raggiungere il numero più elevato possibile di compratori. La Musica strumentale per i  più diversi organici, fu altresì largamente richiesta   come sonate solistiche o  per ensemble più grandi  fino a quelli per concerti grossi.

Il genere della Trio sonata è se si vuole quello che più rassomiglia ad una produzione teatrale: come in un palcoscenico, due strumenti -come due attori-  sono in costante dialogo l’un con l’altro e l’interazione musicale fra essi porta  la mente ad un’intensità  emozionale  di un racconto senza parole. Il “ continuo” del cembalo e degli altri strumenti che lo realizzano,  partecipa alla scena talvolta come un commento dinamico  tal’altra  è coinvolto  più intensamente nel contrappunto e nella narrazione stessa.  Fin dalla nascita di questo  “genere rappresentativo”    i compositori   cercano di evocare con la loro musica strumentale le emozioni e  le passioni umane. La maggior parte delle fonti  riferite alla Musica strumentale già  dalla fine del XVI sec. mettono a paragone il compito del musicista con quello dell’oratore: per entrambi l’obiettivo finale è di commuovere e toccare l’animo dell’ascoltatore.

La musica d’insieme diventa quindi il  “Teatro degli strumenti “: in ogni movimento di una  sonata  solistica  vengono rappresentate  situazioni, emozioni e storie diverse.

 

PROGRAMMA

Georg Friedrich Händel (1685-1759)

“Arrival of the Queen of Sheeba” dal Solomon, HWV 67

G.F. Handel

Aria “Cara speme” dal Giulio Cesare, HWV 17

Domenico Scarlatti (1685 – 1757)

Sonata per clavicembalo

Christoph Schaffrath (1709 – 1763)

Duetto in si b maggiore per oboe e clavicembalo

G.F. Handel

Cantata “Languia di bocca lusinghiera” HWV 123

D. Scarlatti (1685 – 1757)

Sonata per clavicembalo

G.F. Handel

“Lo faró” da Rodelinda, HWV 19

Johann Adolf Hasse (1699 – 1783)

Sonata in fa maggiore per oboe, violino e basso continuo

 

Ensemble L’Arco Sonoro

Victoria Cassano, mezzosoprano

Federico Forla, oboe barocco

Francesco Bergamini, violino barocco

Edoardo Valorz, clavicembalo